Alberto Maieli/ Maggio 31, 2017/ Comunicazione, Notizie/ 0 comments

Covfefe è solo l’ultima delle gaffe che Trump ha commesso a livello mediatico. E ora che anche il suo direttore della Comunicazione si è licenziato, che cosa dobbiamo aspettarci?

E’ già virale e impazza sui social di tutto il mondo.

Covfefe, la parola incomprensibile a tutti.

Forse anche allo stesso Donald Trump, che l’ha twittata.

Lo ha fatto con il favore delle tenebre, a mezzanotte.

Roba da far accapponare la pelle nel vero senso della parola.

#Trump twitta una parola incomprensibile e manda KO la #comunicazione: Condividi il Tweet

COVFEFE: IL TWEET INCRIMINATO

Avevo già parlato dell’importanza che la comunicazione riveste per Trump.

Non potevo però immaginare fosse così poco attento.

Tanto da sfuggire al controllo e al buon senso.

Premesso che una svista possa accadere.

Che a quei livelli l’adrenalina e la tensione siano elevatissimi.

E che non sempre i comunicatori vengono ascoltati da chi li assume.

Premesso tutto ciò… sei pur sempre il Presidente degli Stati Uniti!

L’uomo più potente del mondo.

E non puoi giocare con gli smartphone come un adolescente.

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Il tweet incriminato (e poi cancellato) del presidente Trump che termina con covfefe

Da uomo più potente del mondo a zimbello di tutto il mondo.

Il passo è stato breve, i social sono impietosi.

Più sei un personaggio, più sei esposto, più sei atteso al varco.

Per questo è fondamentale dotarsi di uno staff di comunicazione.

Ed è altrettanto costruttivo ascoltarlo, senza fare i gradassi.

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Mike Dubke, ex-direttore della Comunicazione della Casa Bianca / foto: nbcnews.com

LE DIMISSIONI DEL CAPO COMUNICAZIONE

A soli tre mesi dall’aver assunto l’incarico, Mike Dubke ha dato forfait.

Lo ha fatto – dice – per ragioni personali.

Ma i dubbi aumentano, visti gli ultimi strafalcioni di Trump con i media.

Si sapeva che Dubke non fosse la prima scelta del presidente.

L’incarico era stato affidato a Jason Miller, dimessosi appena 48 ore dopo.

A quel punto era stato l’addetto stampa Sean Spicer a farne provvisoriamente le veci.

Poi l’arrivo di Dubke, esperto di comunicazione politica.

Che però non è riuscito a impedire a Trump di giocare con lo smartphone.

Specie a tarda notte o nelle prime ore del mattino.

Momenti cruciali, nei quali è bene ponderare ciò che si scrive.

E concordarlo sempre con lo staff della comunicazione.

Perché comunicare non è solo marketing e non può farlo chiunque.

Occorrono basi, esperienza e attenzione.

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Il Presidente Trump sa usare bene lo smartphone… o quasi / foto: lastampa.it

MA ALLA FINE CHE COSA VOLEVA SCRIVERE TRUMP?

Se lo sono chiesti in molti.

Anche perché il tweet non è stato cancellato subito.

Segno che – forse – il presidente sarà stato vinto dal sonno.

E quel che resta del suo staff di comunicazione si sia accorto solo l’indomani.

O forse se n’è accorto lui stesso.

La parola che Trump presumibilmente intendeva scrivere era “coverage”.

La frase sarebbe dovuta suonare più o meno così:

“Nonostante la costante copertura negativa della stampa”

Stamane, dopo aver cancellato l’assurdo tweet, Trump ha rilanciato.

Lo ha fatto sostituendo il tweet con un altro recante questo messaggio:

Fossi in Trump, a questo punto twitterei stanotte: “Covfefe to everybody!”

Sarebbe un modo perfetto per sovvertire definitivamente il crisis.

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