Alberto Maieli/ Giugno 25, 2017/ Comunicazione/ 0 comments

Dal sesto Rapporto Informazione Digitale l’ambiente multimediale italiano che emerge è caratterizzato da un forte settore televisivo e da un uso sempre più crescente di internet e dei social per la divulgazione delle notizie: lo scrive Alessio Cornia, ricercatore del Reuters Institute for the Study of Journalism, evidenziando un settore della stampa ormai in declino.

In Italia è la tv la principale fonte di informazione: è quanto emerge dal Rapporto Informazione Digitale 2017

Dal Rapporto sull’Informazione Digitale 2017 risulta sia la tv la prima fonte di informazione / foto: Reuters Institute

In Italia i notiziari tv sono ancora la principale fonte di informazione.

È questo il dato più significativo che emerge dal Digital News Report 2017.

Il sesto Rapporto Informazione Digitale stilato dal Reuters Institute.

Per l’Italia è Alessio Cornia, ricercatore del Reuters Institute, a tirare le somme.

Il suo è un grande lavoro, frutto di una accurata indagine.

Che rivela di più: internet sta progressivamente aumentando.

Sia nella ricerca che nella fruizione delle notizie.

Il ruolo dei social media e degli smartphone cresce d’importanza.

Mentre il settore della carta stampata è ormai in declino.

Rapporto sull'Informazione Digitale 2017 di Reuters, in Italia è la tv la principale fonte di notizie: Condividi il Tweet

RAPPORTO INFORMAZIONE DIGITALE: LA FORZA DELLA TV

Indagini come questa aiutano a riflettere.

I numeri svelano molto, come ho sottolineato in altri casi.

E dicono che in Italia la tv è ancora la principale fonte di notizie.

Complice anche una bassa penetrazione di internet rispetto ad altri paesi europei.

Reuters fa inoltre notare la forte concentrazione del nostro mercato televisivo.

La quasi totalità dei ricavi (89%) sono generati da solo tre operatori.

La pay-TV Sky Italia (33%) e – a pari merito – MediasetRAI (28%).

Complice anche una bassa penetrazione di internet rispetto agli altri paese europei, in Italia la tv è la principale fonte di notizie

La tv in Italia resta la fonte di news preferita, specie dai meno giovani / foto: Reuters Institute

IL DECLINO DELLA STAMPA ITALIANA

Per un settore che resiste, ce n’è un altro verso il declino.

Il paesaggio stampa, scrive Cornia, è di qualità commercialmente debole.

Costretto ad affrontare un pubblico ormai d’élite e politicamente schierato.

Un numero peraltro sempre più esiguo di lettori.

Al declino ha contribuito inoltre la debolezza in sé della stampa italiana.

Più volte ho parlato delle ingerenze da fonti esterne.

Che hanno reso il settore vulnerabile dalla politica.

A tutto ciò si aggiungano le riduzioni dei finanziamenti pubblici.

La crisi economica ha fatto il resto.

RAI, Mediaset e Sky sono le testate settimanalmente fruite dagli utenti italian secondo il Rapporto Informazione Digitale 2017

Le percentuali settimanali di fruizione dei media italiani, tradizionali e online / foto: Reuters Institute

La circolazione di giornali in Italia è diminuita sensibilmente.

Dai 6 milioni di copie al giorno nel 2000 a poco più di 2,5 milioni nel 2016.

Anche qui la percentuale maggiore del reddito è rappresentata da un duopolio.

Il Gruppo Espresso, con La Repubblica; e RCS, con il Corriere della Sera.

Insieme rappresentano circa il 40% del reddito del settore.

LA CRESCITA DEL WEB E DEI SOCIAL MEDIA

Il mercato delle news on-line è ancora dominato dai soliti noti.

I siti web con la più ampia portata online sono sempre gli stessi.

Quelli dei principali giornali (La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano).

Quelli delle principali emittenti televisive commerciali (TgCom24.it e SkyTg24 di Mediaset).

E quello della principale agenzia di stampa (ANSA).

Secondo il Rapporto Informazione Digitale 2017 la maggioranza dei lettori di Repubblica.it è di sinistra, mentre quella di Tgcom.24 è di destra, più neutrale il pubblico di Corriere e SkyTg24

I migliori siti web di news e la tipologia di pubblico che li visita / foto: Reuters Institute

Il servizio di notizie RAI è migliorato, ma è ancora lontano dal vertice.

Nonostante il lancio di RaiPlay, piattaforma video-on-demand.

La risposta del pubblico è stata positiva, ma Cornia sottolinea un aspetto.

RaiPlay si concentra principalmente sull’intrattenimento, non sull’informazione.

Alcune testate (es. Corriere della Sera) hanno adottato contenuti a pagamento.

Ma il pubblico che paga per fruire le notizie online resta basso (12%).

CARATTERISTICHE DEI BRAND: REPUBBLICA E ANSA IL TOP

Agli altri vanno le briciole: Il Post (5%), Dagospia (5%), CityNews (4%).

Poi Linkiesta (3%), Lettera43 (3%) e Blogo (2%).

Tutti risultati che generano un pubblico limitato, così come BuzzFeed (2%).

I dati sugli attributi dei brand mostrano invece qualcosa di diverso.

Le testate online italiane soddisfano le differenti esigenze del loro pubblico.

Ad esempio i più “politicizzati” (Ilfattoquotidiano.it e, in parte, Repubblica.it).

Sono particolarmente apprezzati per le loro opinioni forti.

Repubblica piace perché sa esprimere opinioni forti, mentre l'ANSA è considerata un raro esempio di neutralità

Le caratteristiche più apprezzate dal pubblico nelle testate d’informazione online / foto: Reuters Institute

Nel Rapporto Informazione Digitale menzione a parte merita l’ANSA.

Vista come un raro esempio di agenzia di stampa.

Capace di attrarre un folto pubblico che la apprezza per la sua precisione.

Infine la neo-nata Fanpage.it, che piace per la capacità di proporre varie news.

Soprattutto quelle più “leggere” e divertenti.

C’è infine un ultimo dato molto importante da considerare.

L’utilizzo di WhatsApp per le notizie è aumentato dal 20 al 24%.

In aumento l'uso di Whatsapp per la diffusione delle notizie

Per il Rapporto Informazione Digitale gli utenti nutrono scarsa fiducia nel giornalismo italiano / foto: Reuters Institute

CONCLUSIONI: UNA INFORMAZIONE NON IMPARZIALE

Il pensiero di Cornia è duro, ma realista.

Egli sottolinea la natura “partigiana” del giornalismo italiano.

E non è un complimento, in questo caso.

L’aggettivo è infatti da intendersi come “che manca di imparzialità”.

Non a caso nel Digital News Report si sottolinea una pericolosa combinazione.

Quella tra la forte politica e l’influenza che hanno gli affari sull’informazione.

E che ha portato la fiducia nelle notizie a livelli davvero bassi.

Cornia non è però disfattista e sottolinea anche il dibattito sulle fake news.

Ricorda che all’inizio di quest’anno un sito web è stato escluso da Google AdSense.

E che un disegno di legge per combatterle è stato presentato in Parlamento.

Ora tocca a tutti noi.

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